Marta |
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Il mio rapporto con il mondo della birra si è evoluto nel corso degli anni attraverso diversi momenti che potrei così riassumere: -“Lo schifo”: primo sorso di birra Moretti del babbo all’età di 11 o 12 anni - una schifezza! Vano il tentativo di buttare giù quella bevanda giallastra disgustosa, con grosso sfottò dei miei. -“La quantità”- Liceo, Università: come premessa vorrei sottolineare che i miei 17 anni hanno coinciso, per uno strano scherzo del destino, con l’arrivo in Italia dei Discount – che goduria! Birre dai nomi improbabili e impronunciabili a prezzi incredibili… ho dei bei ricordi di gran mal di testa e serate trallalà. -“La qualità”- Bruxelles (Belgio): prima sera a Bruxelles, appena atterrata e ancora un po’ stordita dal viaggio, vengo portata da un’amica in un locale vicino alla Chiesa di St Boniface, dove ho bevuto la mia prima Chimay Blu con “contorno” di quiche vegetariana. Mai assaggiato niente di più buono. La considero perciò a tutti gli effetti la mia “iniziazione” alla birra di qualità. Nei sette mesi che ho trascorso a Bruxelles ho avuto modo di assaggiare i più svariati tipi di birra, dalle mitiche trappiste alla bière blanche –ottima d’estate per l’aperitivo- fino alle lambic – fantastica la birra al cocco-. Da qua la mia passione per le birre corpose, ambrate e ad alta fermentazione.
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