Raimondo

Quando qualche tempo fa mi è stato chiesto se mi ricordassi della mia prima birra. Nonostante complessi e laboriosi esercizi mnemonici, deluso chiaramente più per le mie dubbie capacità intellettive che del non ricordare il primo incontro con l’amara bevanda, mi sono dovuto arrendere. Un irriducibile smemorato come me al massimo è riuscito a ricordare di quando ventenne (poco più o poco meno) d’inverno all’Abetone si rifugiava con gli amici in quello che allora probabilmente doveva essere l’unica birreria della zona.

Là, in mezzo ad un fumo che si poteva concretamente affettare con la lama di un coltello (con quel freddo era infatti severamente punito chi tentasse di aprire le finestre), servivano ottime Chimay che accompagnate dai miei primi sigari riuscivano a scaldarci e a ritemprarci.

Forse anche lo stretto legame con una famiglia di amici tedeschi ha stimolato in me l’interesse e il gusto per la bionda bevanda, anche se, a pensarci bene, non credo di aver mai visto loro in mano una bottiglia di birra ma solo vino rosso toscano. Evidentemente più di me si erano ambientati alle morbide e verdi colline della nostra campagna.

Tutto questo per dire che non è importante come sono approdato ma che sono contento di essere venuto a conoscenza di questo vasto territorio della birra di qualità, di cui per fortuna, rimane ancora molto da esplorare o meglio da bere e da gustare.

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